Diritti fondamentali: Il “punto di non ritorno” della gestione dell’immigrazione in Italia

Il 27 gennaio 2021, in coincidenza con la Giornata della Memoria delle Vittime dell’Olocausto, il Comitato per i Diritti Umani dell’ONU ha condannato l’Italia per il naufragio occorso il 10 ottobre 2013 che portò alla morte di oltre 200 persone, tra cui 60 minori. Una settimana prima, il Tribunale di Roma aveva riconosciuto in capo alla prassi dei respingimenti informali in Slovenia adottata dal Ministero dell’Interno una grave violazione degli obblighi internazionali e costituzionali dell’Italia, nonchè dei diritti fondamentali dei migranti respinti alla frontiera. Queste recenti pronunce cristallizzano la persistente inottemperanza italiana nei confronti delle proprie responsabilità internazionali. Il contributo si propone quindi di presentare i passaggi salienti di entrambi i casi di studio per poi promuovere una riflessione di più ampio respiro sulla governance italiana della migrazione.  

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Chiara Scissa is a Ph.D student in Law at Sant'Anna School of Advanced Studies with a research project on environmental migration and she holds a Master's degree with honours in International Cooperation and the Protection of Human Rights at the University of Bologna, where she also worked as Project Assistant in EU-funded migration-related projects. Previously, she collaborated with the University Milano-Bicocca and the Global Campus of Human Rights towards the realization of projects and courses on the fundamental rights of migrants and asylum seekers in EU law and their vulnerability at sea.