Come bilanciare la valutazione di credibilità e il dovere di cooperazione istruttoria nella procedura per il riconoscimento della protezione internazionale?

Corte di Cassazione, sez. III civile, Ordinanza n. 8819 del 12 maggio 2020

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 8819 del 12 maggio 2020 è rappresentativa di un orientamento giurisprudenziale che prova a segnare un punto di riferimento di quell’interpretazione, già percorsa dalle Sezioni Unite (Sentenza n. 29459 del 2019), secondo cui deve essere accordato un rilievo fondamentale alla valutazione comparativa tra il grado di integrazione effettiva nel nostro Paese e la situazione soggettiva e oggettiva del richiedente nel Paese d’origine al fine di poter evitare che la scelta ultima di un rimpatrio costituisca lesione dei diritti fondamentali. Allo stesso tempo, si ritrovano in questa pronuncia spunti di riflessione attorno al principio di cooperazione “attenuata”. In virtu’ di tale principio, quanto più risulti accertata in giudizio una situazione di particolare o eccezionale vulnerabilità del soggetto richiedente la protezione internazionale, tanto più il giudice potrà valutare con minor severità la situazione oggettiva del rischio di rimpatrio nel Paese di provenienza. La conseguenza, con esclusivo riferimento alla comparazione del livello di integrazione raggiunto dal richiedente in Italia, è l’attenuazione di una possibile lesione del diritto fondamentale della dignità umana del richiedente.

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Giusy Conza è professore a contratto di Filosofia del diritto presso l’Università degli Studi della Tuscia (DISTU) e professore a contratto di Metodologia della scienza giuridica presso l’Università Guido Carli – LUISS per l’a.a. 2021/2022. Ha conseguito il Dottorato di ricerca in “Filosofia del diritto: arte e tecnica della giurisprudenza-ermeneutica dei diritti dell’uomo”. Ha pubblicato articoli su riviste scientifiche e contributi in volumi sul ragionamento dei giudici in tema di inizio e fine vita, dignità della persona, cittadinanza europea, interpretazione tra diritto e musica. E’ autrice di un lavoro monografico “Ponderare in bioetica. I conflitti bioetici alla prova del ragionamento dei giudici” (Editoriale Scientifica Italiana, 2020).