Controllo delle frontiere e detenzione dei richiedenti asilo: la CEDU non esce dalla sua ‘comfort zone’

Corte EDU (Iª sez.), sentenza del 3 marzo 2022, Nikoghosyan e altri c. Polonia, ric. n. 14743/2017

Con la recente sentenza Nikoghosyan e altri c. Polonia, la Corte europea dei diritti dell’uomo si è pronunciata sulla legittimità del trattenimento di una famiglia di richiedenti asilo in prossimità della frontiera polacca. La decisione rappresenta l’occasione per riflettere sul consolidamento della giurisprudenza di Strasburgo in materia di detenzione, quando i destinatari siano due categorie di migranti particolarmente vulnerabili: i richiedenti asilo (che fanno ingresso in uno Stato membro dopo essere stati sottoposti a respingimenti sommari) e i minori. Nonostante, nel caso di specie, la Corte abbia riconosciuto la violazione dell’articolo 5 CEDU, dalla decisione traspare anche una parziale ritrosia ad uscire dalla propria ‘comfort zone’ per garantire un maggiore livello di tutela del diritto alla libertà personale dei migranti detenuti ai confini.

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Dottoranda in diritto penitenziario e diritto dell'immigrazione presso la scuola di dottorato in "Diritti e Istituzioni" dell'Università di Torino, dove collabora con la cattedra di Diritto dell'Immigrazione ed è tutor della clinica legale "Carcere e Diritti II". Collabora inoltre con il progetto "Landscapes of Border Control" del gruppo di ricerca "Border Criminologies". La sua attività ricerca si focalizza sull'istituto della detenzione amministrativa, sulla sua attuazione alle frontiere dell'Unione Europea e sulle tensioni con i diritti fondamentali di migranti e richiedenti asilo privati della libertà. In qualità di avvocata e membro dell'Asgi (Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione) si occupa anche di asilo, protezione internazionale e tutela dei minori stranieri non accompagnati.